Un ricordo in Famiglia. Alcune lettere di Guerra del soldato Gaetano Martino 1915-1918
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dell'attenzione che ha verso di me e del ricordo perenne. Le tue 50 lire mandatami, li faccio lasciare a casa, dato che pel momento non ho bisogno. Ne farò uso, quando mi congederò, per farmi abiti e rimanenza bella.
Come ti accennai, sono sergente da quattro mesi. Attualmente faccio il furiere, amministrando 250 uomini. Sempre puntuale nelle cose mie, e poi discendiamo da un padre, che in tempo suo, non fu un idiota.
Dei parenti di Palmira non so proprio cosa dirti. Mi dispiace dirti che non scrivo, dietro la bellissima accoglienza che mi fecero, quando andai a trovarli durante i mesi di convalescenza. Si direbbe che abbiano dimenticato ogni parentela, e non so come attribuire un tal fatto. Fa ninete, basta conservarci in buona salute,
Questa volta sono breve nello scriverti, ho molto da fare, e non posso trattenermi a lungo. Ma dietro questa te ne arriverà un'altra.
Vogliami sempre bene, come io te ne vorrò.
Baci cari ed affettuosi dal tuo
Gaetano
Sergente contabile
101 Reggimento di marcia
Albania. M.
- 59 -
Il decesso.
(Lettera della sorella Maria)
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Tolve 22 Novembre 1918
Mio carissimo Antonio.
Se sapessi la tua lettera quante lagrime ci ha fatto versare.
Ho da darti la più triste delle notizie, una nuova crudele che parrà inverosimile. Ti scrissi in un'altra mia che stavamo in pensiero, perché non avevamo notizie di Gaetano, ebbene, non ho coraggio a dirtelo.... il nostro sfortunato ed amato fratello non esiste più. Che parola orribile, mi si stringe angosciosamente il cuore. Due mesi siamo state senza avere sue notizie. Quando ti scrissi io, era già morto, perché ha reso la sua bell'anima a Dio il 14 Settembre 1918 per malaria perniciosa a, nel Convalescentario di Corfù.
Quante lettere ho fatto scrivere per avere notizie, ma nessuno rispondeva, un telegramma lo mandarono indietro da Vallona, la povera mamma ha seguito tutto il calvario doloroso dell'aspettativa, salendo portoni. Poi è venuta la triste notizia al Sindaco, che è mio compare, il quale non ha avuto il coraggio
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dell'attenzione che ha verso di me e del ricordo perenne. Le tue 50 lire mandatami, li faccio lasciare a casa, dato che pel momento non ho bisogno. Ne farò uso, quando mi congederò, per farmi abiti e rimanenza bella.
Come ti accennai, sono sergente da quattro mesi. Attualmente faccio il furiere, amministrando 250 uomini. Sempre puntuale nelle cose mie, e poi discendiamo da un padre, che in tempo suo, non fu un idiota.
Dei parenti di Palmira non so proprio cosa dirti. Mi dispiace dirti che non scrivo, dietro la bellissima accoglienza che mi fecero, quando andai a trovarli durante i mesi di convalescenza. Si direbbe che abbiano dimenticato ogni parentela, e non so come attribuire un tal fatto. Fa ninete, basta conservarci in buona salute,
Questa volta sono breve nello scriverti, ho molto da fare, e non posso trattenermi a lungo. Ma dietro questa te ne arriverà un'altra.
Vogliami sempre bene, come io te ne vorrò.
Baci cari ed affettuosi dal tuo
Gaetano
Sergente contabile
101 Reggimento di marcia
Albania. M.
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Il decesso.
(Lettera della sorella Maria)
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Tolve 22 Novembre 1918
Mio carissimo Antonio.
Se sapessi la tua lettera quante lagrime ci ha fatto versare.
Ho da darti la più triste delle notizie, una nuova crudele che parrà inverosimile. Ti scrissi in un'altra mia che stavamo in pensiero, perché non avevamo notizie di Gaetano, ebbene, non ho coraggio a dirtelo... il nostro sfortunato ed amato fratello non esiste più. Che parola orribile, mi si stringe angosciosamente il cuore. Due mesi siamo state senza avere sue notizie. Quando ti scrissi io, era già morto, perché ha reso la sua bell'anima a Dio il 14 Settembre 1918 per malaria perniciosa a, nel Convalescentario di Corfù.
Quante lettere ho fatto scrivere per avere notizie, ma nessuno rispondeva, un telegramma lo mandarono indietro da Vallona, la povera mamma ha seguito tutto il calvario doloroso dell'aspettativa, salendo portoni. Poi è venuta la triste notizia al Sindaco, che è mio compare, il quale non ha avuto il coraggio
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dell'attenzione che ha verso di me e del ricordo perenne. Le tue 50 lire mandatami, li faccio lasciare a casa, dato che pel momento non ho bisogno. Ne farò uso, quando mi congederò, per farmi abiti e rimanenza bella.
Come ti accennai, sono sergente da quattro mesi. Attualmente faccio il furiere, amministrando 250 uomini. Sempre puntuale nelle cose mie, e poi discendiamo da un padre, che in tempo suo, non fu un idiota.
Dei parenti di Palmira non so proprio cosa dirti. Mi dispiace dirti che non scrivo, dietro la bellissima accoglienza che mi fecero, quando andai a trovarli durante i mesi di convalescenza. Si direbbe che abbiano dimenticato ogni parentela, e non so come attribuire un tal fatto. Fa ninete, basta conservarci in buona salute,
Questa volta sono breve nello scriverti, ho molto da fare, e non posso trattenermi a lungo. Ma dietro questa te ne arriverà un'altra.
Vogliami sempre bene, come io te ne vorrò.
Baci cari ed affettuosi dal tuo
Gaetano
Sergente contabile
101 Reggimento di marcia
Albania. M.
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Il decesso.
(Lettera della sorella Maria)
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Tolve 22 Novembre 1918
Mio carissimo Antonio.
Se sapessi la tua lettera quante lagrime ci ha fatto versare.
Ho da darti la più triste delle notizie, una nuova crudele che parrà inverosimile. Ti scrissi in un'altra mia che stavamo in pensiero, perchè non avevamo notizie di Gaetano, ebbene, non ho coraggio a dirtelo .... il nostro sfortunato ed amato fratello non esiste più. Che parola orribile, mi si stringe angosciosamente il cuore. Due mesi siamo state senza avere sue notizie. Quando ti scrissi io, era già morto, perchè ha reso la sua bell'anima a Dio il 14 Settembre 1918 per malaria perniciosa a, nel Convalescentario di Corfù.
Quante lettere ho fatto scrivere per avere notizie, ma nessuno rispondeva, un telegramma lo mandarono indietro da Vallona, la povera mamma ha seguito tutto il calvario doloroso dell'aspettativa, salendo portoni. Poi è venuta la triste notizia al Sindaco, che è mio compare, il quale non ha avuto il coraggio
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dell'attenzione che ha verso di me e del ricordo perenne. Le tue 50 lire mandatami, li faccio lasciare a casa, dato che pel momento non ho bisogno. Ne farò uso, quando mi congederò, per farmi abiti e rimanenza bella.
Come ti accennai, sono sergente da quattro mesi. Attualmente faccio il furiere, amministrando 250 uomini. Sempre puntuale nelle cose mie, e poi discendiamo da un padre, che in tempo suo, non fu un idiota.
Dei parenti di Palmira non so proprio cosa dirti. Mi dispiace dirti che non scrivo, dietro la bellissima accoglienza che mi fecero, quando andai a trovarli durante i mesi di convalescenza. Si direbbe che abbiano dimenticato ogni parentela, e non so come attribuire un tal fatto. Fa ninete, basta conservarci in buona salute,
Questa volta sono breve nello scriverti, ho molto da fare, e non posso trattenermi a lungo. Ma dietro questa te ne arriverà un'altra.
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Gorizia
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- Contributor
- Maria Ludovica Bitonti
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