Un ricordo in Famiglia. Alcune lettere di Guerra del soldato Gaetano Martino 1915-1918
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si deve piangere sempre. Quando io ero in trincea, ed in mezzo ad innumerevoli pericoli, questi andati a casa in licenza hanno fatto lo stesso. Che male c'è se io li abbia imitati? Eppoi, anche colla guerra si deve piangere sempre? Speriamo almeno che s'abbia presto la pace e che tutti ritornano in famiglia, a godere la primitiva allegria.
Prima di imbarcarmi a Taranto, trovai il marito di Antonietta, il quale mi colmò di gentilezze, e volle assolutamente che andassi a pranzo con lui. Antonietta poveretta, piangeva sempre, perché le avevano detto che io ero perito in un forte combattimento sul Carso in Maggio passato, mentre io mi trovavo a Napoli come scritturale. Solamente adesso si è persuasa che glie lo ha scritto il marito, ed io, appena giunto in Albania. Dovresti vedere che lettera! Il morto risuscitato!...
Ti ringrazio immensamente del regalo che mi hai mandato.
Non ti rimetto nessuna direzione, perché è inutile. Scriverai sempre a Maria, e questa me le manderà.
Affettuosissimi baci
dal tuo aff.mo Fratello
Gaetano.
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In licenza ordinaria.
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Zona di Guerra A 22 Dicembre 1917
Carissimo Antoniuccio
Oggi m'è giunta una lettera da Maria, nella quale c'era il tuo foglio. Puoi bene immaginare quanto piacere esso mi ha portato perché dopo parecchi mesi, ho avuto tue notizie.
Sono contento che godi sempre buona salute, come spero sia sempre così. Io discretamente almeno fino a questo momento, domani non so, ciò che potrebbe capitarmi.
Da sei mesi sono in Albania, inquadrato con un battaglione di Marina, classe anziane 75-76-77, che poi unito ad altri due hanno formato quaggiù il 101 Reggimento di marcia, che fra non guari, farano la Brigata Vojussa.
Sono caporale maggiore contabile, cioè furiere. Porto la contabilità della Compagnia, in un modo tale, che sono riuscito a conquistarmi la benevolenza dei miei superiori e colleghi tutti.
Dopo cinque mesi di Albania, sono andato in licenza ordinaria di quindici giorni. Licenza che mi toccava all'altro fronte (Italiano) che poi
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si deve piangere sempre. Quando io ero in trincea, ed in mezzo ad innumerevoli pericoli, questi andati a casa in licenza hanno fatto lo stesso. Che male c'è se io li abbia imitati? Eppoi, anche colla guerra si deve piangere sempre? Speriamo almeno che s'abbia presto la pace e che tutti ritornano in famiglia, a godere la primitiva allegria.
Prima di imbarcarmi a Taranto, trovai il marito di Antonietta, il quale mi colmò di gentilezze, e volle assolutamente che andassi a pranzo con lui. Antonietta poveretta, piangeva sempre, perché le avevano detto che io ero perito in un forte combattimento sul Carso in Maggio passato, mentre io mi trovavo a Napoli come scritturale. Solamente adesso si è persuasa che glie lo ha scritto il marito, ed io, appena giunto in Albania. Dovresti vedere che lettera! Il morto risuscitato!...
Ti ringrazio immensamente del regalo che mi hai mandato.
Non ti rimetto nessuna direzione, perchè è inutile. Scriverai sempre a Maria, e questa me le manderà.
Affettuosissimi baci
dal tuo aff.mo Fratello
Gaetano.
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In licenza ordinaria.
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Zona di Guerra A 22 Dicembre 1917
Carissimo Antoniuccio
Oggi m'è giunta una lettera da Maria, nella quale c'era il tuo foglio. Puoi bene immaginare quanto piacere esso mi ha portato perché dopo parecchi mesi, ho avuto tue notizie.
Sono contento che godi sempre buona salute, come spero sia sempre così. Io discretamente almeno fino a questo momento, domani non so, ciò che potrebbe capitarmi.
Da sei mesi sono in Albania, inquadrato con un battaglione di Marina, classe anziane 75-76-77, che poi unito ad altri due hanno formato quaggiù il 101 Reggimento di marcia, che fra non guari, farano la Brigata Vojussa.
Sono caporale maggiore contabile, cioè furiere. Porto la contabilità della Compagnia, in un modo tale, che sono riuscito a conquistarmi la benevolenza dei miei superiori e colleghi tutti.
Dopo cinque mesi di Albania, sono andato in licenza ordinaria di quindici giorni. Licenza che mi toccava all'altro fronte (Italiano) che poi
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si deve piangere sempre. Quando io ero in trincea, ed in mezzo ad innumerevoli pericoli, questi andati a casa in licenza hanno fatto lo stesso. Che male c'è se io li abbia imitati? Eppoi, anche colla guerra si deve piangere sempre? Speriamo almeno che s'abbia presto la pace e che tutti ritornano in famiglia, a godere la primitiva allegria.
Prima di imbarcarmi a Taranto, trovai il marito di Antonietta, il quale mi colmò di gentilezze, e volle assolutamente che andassi a pranzo con lui. Antonietta poveretta, piangeva sempre, perchè le avevano detto che io ero perito in un forte combattimento sul Carso in Maggio passato, mentre io mi trovavo a Napoli come scritturale. Solamente adesso si è persuasa che glie lo ha scritto il marito, ed io, appena giunto in Albania. Dovresti vedere che lettera! Il morto risuscitato!...
Ti ringrazio immensamente del regalo che mi hai mandato.
Non ti rimetto nessuna direzione, perchè è inutile. Scriverai sempre a Maria, e questa me le manderà.
Affettuosissimi baci
dal tuo aff.mo Fratello
Gaetano.
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In licenza ordinaria.
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Zona di Guerra A 22 Dicembre 1917
Carissimo Antoniuccio
Oggi m'è giunta una lettera da Maria, nella quale c'era il tuo foglio. Puoi bene immaginare quanto piacere esso mi ha portato perchè dopo parecchi mesi, ho avuto tue notizie.
Sono contento che godi sempre buona salute, come spero sia sempre così. Io discretamente almeno fino a questo momento, domani non so, ciò che potrebbe capitarmi.
Da sei mesi sono in Albania, inquadrato con un battaglione di Marina, classe anziane 75-76-77, che poi unito ad altri due hanno formato quaggiù il 101 Reggimento di marcia, che fra non guari, farano la Brigata Vojussa.
Sono caporale maggiore contabile, cioè furiere. Porto la contabilità della Compagnia, in un modo tale, che sono riuscito a conquistarmi la benevolenza dei miei superiori e colleghi tutti.
Dopo cinque mesi di Albania, sono andato in licenza ordinaria di quindici giorni. Licenza che mi toccava all'altro fronte (Italiano) che poi
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si deve piangere sempre. Quando io ero in trincea, ed in mezzo ad innumerevoli pericoli, questi andati a casa in licenza hanno fatto lo stesso. Che male c'è se io li abbia imitati? Eppoi, anche colla guerra si deve piangere sempre? Speriamo almeno che s'abbia presto la pace e che tutti ritornano in famiglia, a godere la primitiva allegria.
Prima di imbarcarmi a Taranto, trovai il marito di Antonietta, il quale mi colmò di gentilezze, e volle assolutamente che andassi a pranzo con lui. Antonietta poveretta, piangeva sempre, perchè le avevano detto che io ero perito in un forte combattimento sul Carso in Maggio passato, mentre io mi trovavo a Napoli come scritturale. Solamente adesso si è persuasa che glie lo ha scritto il marito, ed io, appena giunto in Albania. Dovresti vedere che lettera! Il morto risuscitato!...
Ti ringrazio immensamente del regalo che mi hai mandato.
Non ti rimetto nessuna direzione, perchè è inutile. Scriverai sempre a Maria, e questa me le manderà.
Affettuosissimi baci
dal tuo aff.mo Fratello
Gaetano.
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si deve piangere sempre. Quando io ero in trincea, ed in mezzo ad innumerevoli pericoli, questi andati a casa in licenza hanno fatto lo stesso. Che male c'è se io li abbia imitati? Eppoi, anche colla guerra si deve piangere sempre? Speriamo almeno che s'abbia presto la pace e che tutti ritornano in famiglia, a godere la primitiva allegria.
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Gorizia
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- 5578 / 65018
- Contributor
- Maria Ludovica Bitonti
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